Amanita phalloides (Fungo della morte, Angelo della morte, Tignosa verdognola)

IntroduzioneAmanita phalloides, noto anche come "Fungo della morte", è una delle specie fungine più velenose al mondo. Appartenente alla famiglia delle Amanitaceae, questo fungo contiene tossine morta...

A cura di Redazione
20 agosto 2024 10:38
Amanita phalloides (Fungo della morte, Angelo della morte, Tignosa verdognola) -
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Amanita phalloides (Fungo della morte, Angelo della morte, Tignosa verdognola)
Amanita phalloides (Fungo della morte, Angelo della morte, Tignosa verdognola)

Amanita phalloides (Fungo della morte, Angelo della morte, Tignosa verdognola)
Amanita phalloides (Fungo della morte, Angelo della morte, Tignosa verdognola)

Introduzione

Amanita phalloides, noto anche come "Fungo della morte", è una delle specie fungine più velenose al mondo. Appartenente alla famiglia delle Amanitaceae, questo fungo contiene tossine mortali che possono causare avvelenamenti gravi e fatali, anche se consumato in piccole quantità. Cresce comunemente in Europa e Nord America, spesso in simbiosi con latifoglie e conifere.

Nome scientifico

Il nome scientifico attuale del fungo è Amanita phalloides.

Classificazione

  • Regno: Fungi
  • Divisione: Basidiomycota
  • Classe: Agaricomycetes
  • Ordine: Agaricales
  • Famiglia: Amanitaceae
  • Genere: Amanita
  • Specie: Amanita phalloides

Fonte: MycoBank

Nomi comuni

Il Amanita phalloides è conosciuto come "Fungo della morte", "Angelo della morte" e "Tignosa verdognola" per via del suo colore e della sua elevata tossicità.

Commestibilità

Il Amanita phalloides è estremamente velenoso e mortale. Contiene amatossine, composti epatotossici che danneggiano irreversibilmente il fegato e i reni. Anche il consumo di piccole quantità può portare a gravi intossicazioni e alla morte, se non trattato immediatamente. È considerato il responsabile di circa il 90% delle intossicazioni fungine fatali nel mondo.

Caratteristiche morfologiche

  • Cappello: Convesso, con diametro da 6 a 15 cm, di colore verde oliva, giallastro o marrone. La superficie è liscia, spesso lucida o viscida in condizioni umide.
  • Lamelle: Bianche, fitte e libere dal gambo.
  • Gambo: Bianco, con un anello ampio e una volva membranosa alla base.
  • Spore: Bianche in massa, di forma ellissoidale.
  • Volva: Bianca e ampia, persistente alla base del gambo.

Caratteristiche organolettiche e di habitat

Il sapore del Amanita phalloides è dolce, rendendolo facilmente scambiabile per specie commestibili, ma privo di odori forti. Cresce principalmente nei boschi di latifoglie e conifere, spesso associato a querce, castagni e faggi. Preferisce terreni ricchi di humus e ben drenati, sviluppandosi in solitario o in gruppi.

Distribuzione geografica

Il Amanita phalloides è diffuso in Europa, Nord America, Asia e Australia. È particolarmente comune nelle foreste temperate, dove cresce in simbiosi micorrizica con alberi come querce e castagni.

Stagionalità

Fruttifica principalmente durante l'estate e l'autunno, con un picco tra agosto e ottobre.

Possibili Confusioni

Il Amanita phalloides può essere facilmente confuso con altre specie di funghi commestibili come il Russula virescens o Volvariella speciosa, che condividono un aspetto simile. Tuttavia, l'anello e la volva membranosa sono distintivi, ma richiedono attenzione nella raccolta.

Proprietà medicinali o tossiche

Le tossine del Amanita phalloides, tra cui le amatossine, attaccano il fegato e i reni, portando a insufficienza multiorgano. L'ingestione può causare sintomi gastrointestinali entro 6-12 ore, seguiti da un’apparente ripresa e poi da un deterioramento che può condurre alla morte se non trattato. Non ha proprietà medicinali. Per maggiori informazioni, consulta PubMed.

Metodo di coltivazione

Il Amanita phalloides non è coltivabile commercialmente, poiché cresce esclusivamente in simbiosi con piante specifiche. È una specie strettamente selvatica e si trova solo in habitat naturali.

Storia, usi tradizionali e curiosità

Il Amanita phalloides è noto nella storia come uno dei funghi più letali, spesso collegato a casi di avvelenamento accidentale o deliberato. Il suo aspetto innocuo e il sapore dolce lo rendono particolarmente insidioso per i raccoglitori inesperti. Non ha usi culinari o tradizionali, a causa della sua tossicità.

In cucina

Il Amanita phalloides non deve mai essere utilizzato in cucina. La sua ingestione è estremamente pericolosa e mortale. È fondamentale evitare la raccolta di questo fungo e imparare a riconoscerlo per prevenire gravi avvelenamenti.

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