Armillaria mellea (Chiodino, Fungo del miele)

IntroduzioneArmillaria mellea, noto come "Chiodino" o "Fungo del miele", è una specie di fungo parassita che attacca e distrugge alberi e piante. È molto comune nelle foreste di latifoglie e conifere....

A cura di Redazione
20 agosto 2024 11:13
Armillaria mellea (Chiodino, Fungo del miele) -
Condividi

Armillaria mellea (Chiodino, Fungo del miele)
Armillaria mellea (Chiodino, Fungo del miele)

Armillaria mellea (Chiodino, Fungo del miele)
Armillaria mellea (Chiodino, Fungo del miele)

Introduzione

Armillaria mellea, noto come "Chiodino" o "Fungo del miele", è una specie di fungo parassita che attacca e distrugge alberi e piante. È molto comune nelle foreste di latifoglie e conifere. Nonostante sia un parassita forestale temuto, è anche un fungo commestibile ampiamente apprezzato, purché venga cotto correttamente per eliminare le tossine presenti.

Nome scientifico

Il nome scientifico attuale del fungo è Armillaria mellea.

Classificazione

  • Regno: Fungi
  • Divisione: Basidiomycota
  • Classe: Agaricomycetes
  • Ordine: Agaricales
  • Famiglia: Physalacriaceae
  • Genere: Armillaria
  • Specie: Armillaria mellea

Fonte: MycoBank

Nomi comuni

Il Armillaria mellea è comunemente conosciuto come "Chiodino" o "Fungo del miele", a causa del colore giallastro-mielato del suo cappello.

Commestibilità

Il Armillaria mellea è considerato commestibile, ma richiede una cottura prolungata per eliminare le tossine termolabili che possono causare sintomi gastrointestinali. È importante cuocerlo a lungo, e alcune persone possono essere particolarmente sensibili o sviluppare allergie. Mai consumare crudo o poco cotto.

Caratteristiche morfologiche

  • Cappello: Convesso, con diametro variabile tra 4 e 10 cm, di colore giallastro o marrone chiaro, ricoperto da piccole squame scure.
  • Lamelle: Bianche o giallastre, fitte e aderenti al gambo.
  • Gambo: Giallastro o marrone, robusto, con un anello bianco membranoso.
  • Spore: Bianche in massa, ellissoidali.

Caratteristiche organolettiche e di habitat

Il sapore del Armillaria mellea è leggermente terroso, con un odore fungino dolce e fruttato. Cresce a gruppi densi su ceppi e radici di alberi morenti o morti, sia latifoglie che conifere. Questo fungo è un noto parassita, responsabile del marciume radicale bianco negli alberi.

Distribuzione geografica

Il Armillaria mellea è ampiamente diffuso in tutto l’emisfero boreale, specialmente nelle foreste temperate di Europa, Nord America e Asia.

Stagionalità

Fruttifica dall'estate all'autunno, con picchi di crescita tra settembre e novembre, spesso dopo piogge abbondanti.

Possibili Confusioni

Il Armillaria mellea può essere confuso con altre specie di Armillaria, come il Armillaria ostoyae o Armillaria gallica, tutte commestibili solo dopo cottura prolungata. È importante osservare la presenza dell’anello e il colore del cappello per una corretta identificazione.

Proprietà medicinali o tossiche

Il Armillaria mellea contiene tossine termolabili che devono essere distrutte durante la cottura. Se consumato crudo o poco cotto, può causare sintomi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea. Non ha proprietà medicinali note. Per ulteriori informazioni, consulta PubMed.

Metodo di coltivazione

Il Armillaria mellea non è comunemente coltivato a livello commerciale, poiché è un fungo saprofita e parassita che cresce spontaneamente su legno morto o morente. È facilmente reperibile in natura, dove prolifera su ceppi e radici.

Storia, usi tradizionali e curiosità

Il Armillaria mellea è tradizionalmente utilizzato in molte culture europee e asiatiche come fungo culinario. Tuttavia, in alcune zone è temuto per il suo impatto devastante sugli ecosistemi forestali, poiché può uccidere alberi sani attraverso l’infezione delle radici.

In cucina

Il Armillaria mellea viene comunemente trifolato, preparato in zuppe o utilizzato come contorno. È essenziale cuocerlo a lungo per eliminare le tossine e renderlo sicuro per il consumo. Il suo sapore dolciastro e terroso si abbina bene a piatti di carne o polenta.

Segui FungoCenter